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Mercoledì 14 Maggio 2014 Chiesa di S. Stefano degli Agostiniani
Via de' Neri - Empoli

Inizio spettacolo ore 21.30

Interpreti:
BENEDETTA CORTI soprano I

SIMONA BERTINI soprano II

ALESSIA BALDINOTTI contralto

ALESSANDRO CARMIGNANI tenore

ROMANO MARTINUZZI basso

ORCHESTRA “IL MOSAICO”

SCHOLA CANTORUM LABRONICA

MAURIZIO PREZIOSI maestro del coro

ALESSANDRO BARTOLOZZI direttore


Ingresso Gratutito

 

In collaborazione con: alt text
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M. A. Charpentier - J. S. Bach

Il Te Deum di Marc-Antoine Charpentier appartiene al periodo della maturità e fu probabilmente concepito per la chiesa di Saint-Louis a Parigi e qui eseguito nell'agosto del 1692 come ringraziamento per una vittoria militare; ciò spiega i motivi di fanfara dal tono marziale che ricorrono spesso nel brano, come ad esempio il “Prélude en rondeau”, divenuto celebre grazie alle trasmissioni in Eurovisione. L'opera si apre dunque con questo sontuoso preludio; l'inno è intonato dal Basso con gravità e maestà (”Te Deum Laudamus”) in una pagina dallo stile prevalentemente declamatorio, cui poi rispondono il coro e l'orchestra. Il resto della composizione prosegue seguendo questo alternarsi tra l'orchestra, i solisti e il coro, in conformità ai principi stilistici del barocco francese. La conclusione è affidata alla magniloquenza de “In Te Domine speravi”, in cui coro, orchestra e solisti si alternano in una pagina dal tono solenne. Il Te Deum si chiude così come era cominciato, nella più grande magnificenza. Ma fasto e potenza non escludono tuttavia fervore e interiorità, e Charpentier perviene a un sottile equilibrio tra i due poli. E' infatti una caratteristica della sua arte il non soccombere a mere situazioni decorative di circostanza, contrariamente a molti suoi contemporanei.

Il Magnificat è una delle più importanti opere vocali di Johann Sebastian Bach. Si tratta di una cantata sacra composta per orchestra, coro a cinque voci e cinque solisti. Il testo è tratto dal cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca. Bach compose una prima versione in MI bemolle maggiore nel 1723 per i vespri di Natale a Lipsia. Tuttavia la versione più frequentemente eseguita oggi è quella della revisione del 1732: Bach trasportò il pezzo da MI bemolle maggiore a RE maggiore, allargò l'organico ed effettuò alcuni cambiamenti alla composizione. La cantata è divisa in dodici parti. Il primo movimento attacca con un lungo preludio strumentale, quindi entra il coro con un gioioso motivo. Fa seguito l'aria del Soprano “Et exultavit” in uno scorrevole movimento ternario. Il terzo versetto, “Quia respexit humilitatem”, è ripartito tra il Soprano e il coro: l'attacco “Omnes generationes” è di straordinaria efficacia. La struttura dell'aria del Basso è formata da un motivo ricorrente di quattro battute del basso continuo. “Et misericordia” è l'unico duetto, Contralto e Tenore, di questo lavoro. Decisamente contrastante è il coro “Fecit potentiam” dal carattere quasi guerresco con trombe e timpani. Seguono due arie: “Deposuit potentes” (Tenore) e “Esurientes implevit bonis” (Contralto) e il terzetto di voci femminili “Suscepit Israel”. Due cori concludono la composizione con festose trombe e colpi di timpani: “Sicut locutus est”, costruito come una breve fuga a cinque voci, e “Gloria Patri” in cui domina una maestosa sontuosità.